Alzi la mano chi abita in un condominio e non ha discusso in questi anni sugli orari di accensione del riscaldamento. C’è chi tiene spento tutta notte e chi distribuisce le 14 ore disponibili in due o più fasce diurne e serali. Quel che in pochi sanno è che la legge che limita gli orari non si applica a chi usufruisce del teleriscaldamento e neppure a chi abita in case efficienti e moderne o chi si riscalda e raffresca con pompe di calore. Anzi, per tutti questi, compresi uffici ed esercizi pubblici, si spreca e si inquina di più a continuare a spegnere ed accendere gli impianti.

La società A2A, che gestisce dallo scorso anno il teleriscaldamento a Lodi, ha sperimentato a Milano e a Bergamo la tariffa “bioraria”: di notte si spende la metà e di giorno poco di più di oggi. Con la bioraria, tenendo sempre acceso, si evitano le punte di domanda del mattino (anche del 25%), si riduce l’uso delle centrali a gas che costano di più e i condomini risparmiano sui costi energetici in modo significativo.

I volontari di Legambiente che si stanno confrontando con i tecnici di A2A hanno scoperto una notevole documentazione scientifica e confronti internazionali con altre città del centro e nord Europa a supporto del cambiamento. Cosa si aspetta allora ad introdurre la tariffa bioraria a Lodi? Dobbiamo dirlo agli amministratori dei condomini allacciati al teleriscaldamento perché informino i condomini prima dell’autunno. Il Comune di Lodi deve decidere di tenere sempre accesi gli impianti degli edifici (uffici e residenziali) che gestisce. Si deve informare l’energy manager dell’università e delle banche che, insieme ad ospedale e Provincia, sono i principali consumatori energetici.

Talvolta basta una misura gestionale per fare del bene sia alle nostre tasche che all’ambiente: la brutta caldaia a gas nascosta dietro il tribunale sta accesa normalmente solo un’ora al giorno (tra le 6 e le 8 del mattino) quando tutti accendono il riscaldamento. Per ammissione dei nuovi amministratori di Lodi è stato un errore averla autorizzata e costruita nel 2022. Come mai allora da due anni non si fa nulla per limitarne subito l’impatto e per farne completamente a meno in futuro?

Le nostre case, come gli uffici e gli edifici pubblici, tra qualche anno saranno climatizzati solo con pompe di calore azionate grazie all’elettricità rinnovabile. I nuovi impianti di quariere, come le nuove costruzioni e le ristrutturazioni più serie non prevedono più caldaie e bruciatori, i pannelli solari tappezzeranno tetti e facciate degli edifici. La Cina è il paese dove si installano più pompe di calore geotermiche perché si è appena concluso il piano governativo di alloggi per 200 milioni di abitanti che si sono trasferiti dalle campagne alle nuove megalopoli. Ne hanno fatte troppe, anche il comunismo ha ecceduto nel cemento e nella speculazione, tanto che è scoppiata la bolla immobiliare.

E allora, a Lodi, cosa aspettiamo, a piantare i rampicanti e gli alberi che erano stati promessi persino dall’ex sindaca Casanova per occultare l’orrore della caldaia a gas? E mentre i camini azzurro acceso saranno tinteggiati in “grigio Londra”, speriamo che qualcuno voglia chiarire i contenuti dello studio del Politecnico per “decarbonizzare” il teleriscaldamento di Lodi annunciato dal comune e promosso da A2A. Non ci interessa un tardivo studio per fare un po’ di efficienza energetica, desideriamo invece, due anni dopo la costruzione, che si programmi quanti altri anni ci vorranno per uscire definitivamente dal metano fossile a Lodi. Con A2A si è avviata una interlocuzione nuova e positiva, ora c’è da recuperare il ritardo e dimostrare che si fa sul serio.

Andrea Poggio